Accadde oggi: il 26 luglio del 1956 affonda vicino New York l’Andrea Doria
Accadde oggi: alle 23.10 del 25 luglio 1956 (68 anni fa), il transatlantico Andrea Doria, diretto a New York, viene speronato, a largo della costa di Nantucket, dalla nave svedese Stockholm della Swedish America Line. È uno dei disastri marittimi più noti della storia.
La nave si inclina da un lato perdendo metà delle scialuppe di salvataggio. Affonda 11 ore dopo alle 10:15 del 26 luglio. La maggior parte dei passeggeri si salva grazie alla tempestività e all’efficacia dei soccorsi. Muoiono tuttavia 46 persone.
Costruita dai cantieri navali Ansaldo di Genova, era la nave più bella e più veloce della flotta italiana. Poteva portare 1241 passeggeri ed era considerata la degna erede dei transatlantici degli anni 30. L’incidente ricevette una grande copertura dai media; l’Andrea Doria fu l’ultimo grande transatlantico a naufragare prima che l’aereo si imponesse come mezzo di trasporto per le lunghe traversate dell’Oceano Atlantico.
Una storia sfortunata quella del lussuoso transatlantico italiano che affondò nelle gelide acque a poche migliaia di distanza dalla sua meta il porto di New York. Tutto fu causato dalla fitta nebbia che in quelle primissime ore del mattino avvolgeva la trafficata rotta Europa-America. Ma fu anche colpa dell’imperizia di alcuni ufficiali addetti alla navigazione della nave svedese oltre che all’assenza di segnalazione acustica da parte dello Stockholm.
L’incidente che portò alla perdita dell’ammiraglia della rinata flotta mercantile italiana ebbe un grandissimo risalto nelle cronache dei media dell’epoca e ancora oggi se ne parla nei libri, nei documentari e a cinema. L’Andrea Doria resta lì sotto 75 metri dell’acqua che la inghiotti preda di avventurieri sommozzatori in cerca di tesori e oggetto di varie spedizioni di impossibili tentativi di recupero. In una di queste spedizione voluta e ideata dal regista italiano Bruno Vailati che ne curò un bellissimo e premiato documentario dal titolo Andrea Doria -74 sul relitto della nave venne apposta una targa di bronzo con la scritta: “Siamo venuti fin qui per lavorare perché l’impossibile diventi possibile e l’Andrea Doria ritorni alla luce“.